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Rapporto Aggreko: "Riequilibrare la transizione energetica"
04 novembre 2024

Aggreko, specialista in soluzioni energetiche, ha pubblicato i risultati di un recente sondaggio che esamina come le aziende di tutta Europa intendono affrontare la transizione energetica e sviluppare strategie per raggiungere obiettivi di zero emissioni nette.
La situazione è particolarmente difficile in Europa, dove la direttiva sulla due diligence per la sostenibilità aziendale della Commissione europea, entrata in vigore nel luglio 2024, impone di impegnarsi per raggiungere nuovi livelli di riduzione delle emissioni.
Secondo Aggreko, uno degli elementi della direttiva stabilisce che le aziende devono identificare e affrontare gli impatti ambientali negativi "lungo l'intera catena del valore".
Ciò richiederà senza dubbio investimenti non trascurabili. Tuttavia, dato che l'Europa sta attraversando un periodo di inflazione e tassi di interesse elevati, è possibile che i leader aziendali mettano da parte i piani ambientali, sociali e di governance (ESG) per concentrarsi sul core business.
Risultati del sondaggio
Per avere una panoramica sui piani aziendali e di settore riguardanti i futuri investimenti in tecnologia volti a supportare la transizione energetica, Aggreko ha intervistato 400 CEO di aziende nel Regno Unito, in Germania, in Francia e in Italia con un fatturato superiore a 200 milioni di euro.
Secondo i risultati, il 95% degli intervistati ha modificato le proprie tempistiche relative al raggiungimento dello zero netto alla luce dei recenti problemi di approvvigionamento e di prezzo dell'energia. E mentre l'80% prevede di aumentare gli investimenti a supporto della transizione energetica nei prossimi 12 mesi, la maggior parte di ciò si tradurrà in budget solo marginalmente più elevati.
Infatti, solo il 12% dei CEO che hanno risposto al sondaggio ha concordato che la decarbonizzazione fosse la loro "priorità numero uno"; la riduzione dei costi energetici e l'ottenimento di un vantaggio commerciale erano altre considerazioni importanti.
Il costo è, ovviamente, un ostacolo importante all'attuazione della transizione energetica verso strategie più pulite e a basse emissioni di carbonio, ma anche l'approvvigionamento rappresenta un problema. Mentre il 54% degli amministratori delegati ha dichiarato di voler espandere la propria soluzione energetica decentralizzata esistente, il 49% ha osservato che la catena di approvvigionamento (approvvigionamento di carburante) rappresenta uno dei rischi maggiori.
A quanto pare, la mancanza di un modello "eccezionale" per l'approvvigionamento energetico sta ostacolando ulteriormente il passaggio, con il 36% degli intervistati che continua a scegliere gli acquisti di capitale per la strategia energetica della propria organizzazione, nonostante le "difficili" condizioni di mercato.
La difficoltà nell'attuare piani per la transizione energetica è tale che molti leader del settore hanno prorogato i rispettivi tempi per il raggiungimento degli obiettivi di zero emissioni nette.
In Francia, oltre il 60% degli intervistati ha dichiarato di aver dovuto adeguare gli obiettivi di transizione a causa di problemi di offerta e di prezzo. In Germania, quasi il 60% si è detto d'accordo. Sebbene in misura minore, oltre il 40% degli intervistati in Italia ha dichiarato di aver dovuto estendere gli obiettivi pianificati per l'azzeramento delle emissioni nette.
Nel Regno Unito, oltre il 50% degli intervistati ha dichiarato di aver modificato gli obiettivi a breve termine, ma di essere sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette. In Germania, Francia e Italia, solo il 30% circa degli intervistati ha espresso un atteggiamento altrettanto positivo.
In conclusione, il rapporto Aggreko sottolinea che la domanda di energia, unita all'aumento dei costi energetici, sta "intensificando" la sfida di realizzare una transizione verso l'energia pulita.
In sostanza, sebbene il passaggio a combustibili a basse emissioni di carbonio sia considerato necessario, è fondamentale che i numeri siano sensati. L'opinione generale è che la catena di approvvigionamento debba essere più solida, in termini di fornitura e consegna, e che sia garantito un accesso favorevole al capitale per supportare i piani futuri.
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